lunedì 24 dicembre 2007

L'arbitro manda tutti a prendere un thè caldo

E' con questa espressione di Caressiana memoria che voglio aprire il mio post natalizio. Tutti a prendere un thè caldo. Fine primo tempo. E' una metafora che oggi come non mai calza alla perfezione nella mia breve ma intensissima parentesi paesibassiana. Ragazzi, prima di tutto volevo chiedere venia ai miei lettori per l'assenza cronica delle mie cronache ma non ho veramente potuto fare a meno di abbandonare il mio benamato bloggy.. del resto capite bene che fatto 100 il tempo attivo (togliamo le necessarie e adorate ore di sonno) disponibile in una giornata terrestre se 60 è occupato dal mio ufficio e la mia tesi,il 30 da una vita sociale sempre più folta di appuntamenti mondani;insomma, la fettina a disposizione della "scrittura" nel mio personale aerogramma non sfamerebbe nemmeno un vegano sazio.
Torniamo al buon Caressa: sapete perchè questa immagine calza in maniera così sbalorditiva? Beh..prima di tutto perchè il Natale, nella sua accezione cristiana e/o socio-culturale (non voglio parlare di Dio e di religione) è un grande Arbitro, ci ha richiamati tutti negli spogliatoi mentre eravamo indaffarati nel nostro campo di gioco, chi a mordere Gattusamente caviglie, chi a cercare Pirlescamente di descrivere matamaticamente la parabola perfetta della sfera, chi ancora ad aspettare Buffonicamente solo che qualcosa di significativo accadesse dalle proprie parti per cogliere l'occasione di mettersi in luce. Il Natale fischia, ci chiama, ci dice di tornare all'ovile, di non dimenticarci dei nostri cari e di fare sfoggio ogni tanto di una seppur minima forma di pietas (nell accezione latina del termine).
Bene. Bello essere buoni ogni tanto. Anche se a volte vedere come serva una ricorrenza e in special modo che serva "pensarci sopra" per esserlo davvero toglie molta poesia. Ma facciamo che per questi due giorni ci crediamo, prendiamo tutto questo trambusto, queste luci, questi costumi rossi, questi regali come un evento che ci lega veramente nella sua radicata tradizione e costume e ci rende davvero diversi. "Sospensione dell'incredulità", questa è l'espressione tecnica, concetto molto ben conosciuto dal signor Walt Disney, che per un paio d ore ci ha sempre fatto credere che un elefantino di nome Dumbo potesse spiegare le sue orecchie e prendere il volo.
Torniamo a noi. Non voglio parlare del significato del Natale nella Mossini Weltanshauung e nemmeno del rapporto metaforico mondo reale - campo di pallone. No. Oggi voglio parlare degli spogliatoi, del thè caldo, dell'intervallo dopo 84 giorni in terra tulipanica.
Voglio parlare di me e di quello che si prova quando per un buon periodo di tempo hai vissuto fuori dal tuo mondo, dalla tua old same ordinary life, quando ti cominci ad accorgere del bello dopo esserti sentito quasi disperso, lentamente ma sempre più intensamente risalendo la china, trovando il tuo spazio, la tua dimesione, il tuo posto in un universo prima sconosciuto. E quando infine d'un tratto torni a casa, anche se solo per un pò, assapori il risveglio che verrà. Ma non ancora, non ancora (cit.). Ma voglio parlarvi del mondo là, per farvi capire una cosa.
Quando sei solo, quando devi affrontare molti dei problemi per conto tuo, a volte senti la mancanza dei tuoi cari a sostenerti. Senti soprattutto che là, fuori dal tuo mondo, sei catapultato in una dimensione di totale libertà e autonomia ma a volte nessuno ti sostiene e ti dice che ce la farai perchè in fondo te la sai cavare, perchè in fondo lo sai anche tu dentro di te che arriverai dove vuoi. In alcuni momenti tuttavia, anche le mie convinzioni e la mia autostima mi sorreggono a fatica e il mio proverbiale entusiasmo sfuma silenziosamente..come dice il buon Lucio Battisti "domandarsi perchè quando cade la tristezza in fondo al cuore, come la neve, non fa rumore". Momenti rari ragazzi, momenti rari ma intensi, emozioni nuove e ancora non catalogate emergono, come se oltre alla mappa stradale di Delft nel piccolo kit del viaggiatore mi debba dotare di una nuova mappa stradale dei miei percorsi emotivi..
In effetti ho vissuto un paio di questi momenti in Olanda anche se non ve ne ho mai parlato: sono momenti di intensa riflessione in cui a volte hai a che fare con un nuovo te stesso,in cui devi fare i conti con emozioni paralizzanti che nascono naturalmente e chiedono immediatamente udienza ,senza passare per burocratici permessi nè autorizzazioni. Qui. Adesso. Ascoltaci. Non puoi evitarci. Se non lo fai peggio per te.
Il punto dov è..il punto sta nel fatto che quando sei lontano da casa, la maggior parte del tempo pensi che sei felice e assolutamente non ti sei mai sentito meglio, ti senti forte e quasi invincibile. D'altra parte passano anche giorni in cui vorresti avere di fronte a te gli occhi di chi ti conosce da sempre e che da sempre ha saputo come sei, perchè la pensi così..gli occhi del tuo migliore amico, gli occhi dei tuoi genitori, delle persone importanti che hanno un ruolo importante nella tua vita. Gli occhi di "chi mi conosce lo sa".
In tutto questo ping pong di emozioni contrastanti, in cui bene non si capisce mai chi vinca, anche se un idea ce l'ho (sapete bene a quale squadra assegno quasi aprioristicamente il punto..;) ) non rimane altro che godermi il momento di passaggio negli spogliatoi. Sono qui a prendere il mio thè caldo, la gente fuori sugli spalti è distratta, tutti a fumare la paglia, a mandare l'sms o a fare la ricarica di pop corn..per me è il momento di rilassarsi, di dare un senso anche al Ritorno, parola grande come il mare, parola quasi dolce nella sua potente carica malinconica. Al momento penso solo a tornare in campo..come direbbe Jay-Z.."when I come back like Jordan wearin the 4-5"
Questi giorni serviranno per pensare, per vaccinarmi in previsione dell'arrivo del virus pazzeeeesco chiamato "the end". Al momento sono ancora il ritratto della salute (cit.).
La consapevolezza di poter tornare sul campo di gioco rende questa settimana a casa un affettuoso abbraccio a tutta la mia famiglia e alla mia "gente". L'idea di sfiorare nuovamente le gambe dell'adorabile Delft, di accarezzare la sua pelle, di unirmi simbioticamente a lei fino a cadere in un sonno profondo e fanciullescamente sereno..beh, questa idea mi eccita anche da qui, non mi lascia pensare ad altro, mi porta a uno stato che assomiglia pericolosamente e incredibilmente a "felice".

Oltre a ciò sapere che "The saints are coming", che alcuni dei miei migliori amici mi accompagneranno per una parte di questo viaggio condividendo luoghi, persone, strade mi rende euforico: verranno con me al Ruif, al forno di Wijnhaven, a Oude Jang, al TU, a Markt Square, a Bosboom Toussaintplein, e poi a forse ancora a Jacoba, a Papenstraat, a Bajinhof, a Korveze, Marcushoft ecc..
The Saints are coming.. Here we go guys. I'm really looking forward to being there with you all.

A big hug to you all and I wish you an amazingly good Christmas, my dear far and near friends.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E lo vedi che l'italiano paga...
Cazzo è veramente un'altra storia leggerti in lingua originale.. (lo so, lo so...che vuoi rendere partecipi anche i tuoi nuovi amici stranieri..non dico nulla su quello..semplice considerazione personale di uno che ama le parole messe in un certo modo).
Forse questo è uno dei post che mi sono piaciuti di più.

I cavalieri "Saints"..peccato solo che il gruppo con cui ci identifichi non abbia un "personaggio-cavaliere" anche x me..(Sirio, Ikki, o robe così: io nei gruppi della play non ero iscritto, quindi non ho un nick mio..Va bè, vorrà dire che mi riterrò una sorta di impertrovabile milite ignoto, stretto alleato di codesto gruppo, finanche parte di esso).

Ho deciso: per comodità e convenzione, mi chiamerò Sucaminchia Pannunzio, e guai a sfidarci.
I Santi stanno arrivando, dunque. E così sia.

Anonimo ha detto...

e gli occhi di chi ti conoscono..hanno capito.. capito dal primo momento e continuano a farlo anche senza vederli quegl'occhi..quegl'occhi che hanno sempre detto la verità a chi come pochi sa vedere oltre e leggere fra le righe..